domenica 10 ottobre 2010

LA REGINA DEI CASTELLI DI CARTA

Ho finito di leggere il terzo libro della saga di Millenium di Stieg Larsson. Naturalmente ho visto tutti e tre i film.

Analisi cinematografiche a parte (la resa sullo schermo del libro è stata molto al di sopra delle mie aspettative) mi ha lasciata piacevolmente colpita la terza pellicola, "La regina dei castelli di carta".

Se già nei tre film, svedesi, si poteva notare un universo di riferimento completamente diverso non solo dal nostro, ma anche da quello hollywoodiano, "La regina dei castelli di carta" è una vera sorpresa per quanto riguarda la costruzione dei ruoli femminili.

L'intero film oltre a rappresentare il riscatto di Lisbeth Salander, mostra anche il riscatto della donna come genere.

Nell'intera trilogia Larsson racconta di violenze costanti operate da uomini nei confronti delle donne. E nell'ultimo capitolo è il sesso 'debole' il vero protagonista.

Sono tantissime le poliziotte ad esempio, che rivestono anche ruoli cruciali (Monica Figuerola, Sonja Modig). Sono in prevalenza donne i giudici che liberano Lisbeth da un passato fatto di abusi e sopraffazioni. L'avvocato Annika Giannini poi (donna, incinta per lo più nella pellicola) demolisce - lo si definisce meglio nel libro - quel porco di Peter Teleborian, un personaggio che grazie alla sua immagine immacolata si sentiva onnipotente.

Trovo grandioso che vengano mostrate donne così in gamba che risultano superiori professionalmente agli uomini, donne con famiglia e figli, che non hanno dovuto rinunciare alla carriera per la maternità e che non sono state ridimensionate in favore di un maschio perchè "non lavorano 24h/7".

Nel libro si parla spesso di weekend, di tempo libero con la famiglia, di lavori che vengono rimandati al lunedì successivo. Insomma, come dicevo già qualche giorno fa si vede proprio che gli svedesi e i nordici in genere sono molto più avanti.

2 commenti:

  1. Hanno anche un welfare molto più sviluppato rispetto a noi. D'altra parte il loro pil è decisamente migliore del nostro (ci sarebbe da dire anche che sono un tantinello meno sovrappopolati...). Nel complesso però l'economia del loro stato gli permette di offrire strutture e servizi che qui non esistono.
    Il punto è che è come al solito un serpente che si morde la coda, un circolo vizioso (il nostro) dal quale non usciamo. O meglio, ne usciamo esaurite e incazzate, questo sì...

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  2. Dobbiamo parlarne sempre e rompere le palle fino all'esaurimento...dei signori uomini :-D E ribellarci alla dittatura del ferro da stiro!!!!

    ps. sì, sto facendo tutto questo casino anche per non stirare quando andrò a vivere fuori casa ;-)

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