domenica 10 ottobre 2010

LA REGINA DEI FORNELLI D'ACCIAIO

Se gli svedesi sono avanti, come dicevo nel post precedente, noi italiani siamo indietro anni luce.

In questo periodo mi sono concentrata ad analizzare le pubblicità e mi sono resa conto che oltre all'annoso problema della donna rappresentata come una deficiente (che necessita di un'enciclopedia per decifrare il complicatissimo test di gravidanza) e della donna usata senza vestiti anche per vendere uno yogurt, c'è quello della donna 'eterna casalinga'.

Fateci caso, provate a guardare con attenzione le pubblicità che quella scatolaccia mefitica ci propina.

NELLE PUBBLICITA' CHE HO ANALIZZATO FINORA.

La donna stira. L'uomo MAI.

La donna passa l'aspirapolvere. L'uomo MAI.

La donna sa sempre quale sia il miglior deodorante/detersivo. L'uomo si agita come un ossesso per far fare uno spruzzo al dispenser del suddetto deodorante.

La donna apparecchia la tavola, mentre l'uomo sta tornando a casa dopo il lavoro e i bambini gli corrono incontro.

La donna finisce di cucinare, mentre l'uomo sta tornando a casa dopo il lavoro e i bambini gli corrono incontro.

La donna deve sempre fare bella figura a tavola con gli amici, per cui deve comprare prodotto XYZ.

La donna, con intenti da 'buona madre responsabile', abboffa i bambini di merendine sogghignando sadica.

Le bambine lavano i piatti. Meglio addestrarle da piccole.

4 commenti:

  1. E che dire della fantastica pubblicità in cui il cumulo di polvere bussa alla porta. Per uno strano motivo è lui ad alzarsi ed andare ad aprire, ma quando si trova di fronte il cumulo di polvere chiama a gran voce la moglie con un "cara, è per te"?? -.-"
    A me son cadute le braccia.
    Ma tant'è, io nella vendita della pubblicità ora ci lavoro...il punto è che quando vai a parlare coi clienti loro pensano ancora al loro target come la vecchia RA (Responsabile Acquisti) che risale come immagine neanche alle nostre mamme, semmai alle nostre nonne: la signora, madre di famiglia casalinga o lavoratrice part time, è lei che si occupa degli acquisti in famiglia, quindi le pubblicità vengono fatte su misura per questo tipo di utente che deve identificarcisi per poi comprare il prodotto reclamizzato.

    Il punto è che questo è ancora (mavà!) uno degli ambienti più maschilisti che ci siano e da logiche maschiliste è guidato. Come la maggior parte di questo Paese, d'altra parte... -.-"""

    RispondiElimina
  2. La soluzione estrema, l'unica secondo me che potrebbe davvero funzionare?
    Smettere di comprare quel prodotto o servizio,
    se ci offende come persone, donne, o madri.
    Il marketing insegna che il consumatore è sovrano.
    Forse è arrivato il momento di far vedere che è così.

    RispondiElimina
  3. Sefossifoco: grande! Ci vorrebbe un documentario come per 'Il Corpo delle Donne" che le raccoglie tutte. Anzi...mi hai fatto venire proprio una bella ideuzza ;-)

    Stefania, sono d'accordo: mi ha molto colpito inoltre l'intervista di quella pubblicitaria all'interno della puntata di Presa Diretta sulle donne che racconta di come la M*****r realizzi pubblicità completamente diverse per l'Italia e per la Germania.

    ps. se facessimo una petizione per far stirare Belen? Ahahahah...altra cosa che ho notato: le testimonial fiche&famose nelle pubblicità non vengono MAI sbattute a fare i mestieri. Loro non fanno le casalinghe, tocca alle povere mortali combattere con ignobili palle di sporco mentre preparano la cena per i mariti che si comprano i macchinoni nuovi.

    RispondiElimina
  4. Ho smesso di fare la publicitaria per seguire la mia strada (ero un copywriter di buona esperienza). Ho smesso di guardare la TV salvo casi specialissimi, tipo amici jazzisti in onda. A casa mia nessuno stira: si stende bene, è sufficiente. Non sono più arrabbiata con nessuno (o quasi...). Son fuori dal mondo, ma non so che faccia abbia Belen: io ascolto la radio. Queste cose, sono la mia piccolissima rivoluzione quotidiana. Re

    RispondiElimina