mercoledì 27 ottobre 2010

PRENDERLA IN....SACCOCCIO

No vi prego. Non provate nemmeno per sbaglio a farmi credere che questa cosa oscena qui sopra è una rivoluzione nel mondo della cucina. Questo prodigio della tecnica risolve (nelle menti bacate di chi lo ha ideato e di chi ha creato lo spot) i PROBLEMI che assillano la Tonna Moderna.

Scopo del prodotto cucinare il pollo 'succoso e morbido' senza sporcare il forno. SPORCARE il forno. Sì sì, è proprio il mio peggior incubo. Ogni mattina mi alzo e penso 'oddio, e se quando cucino sporco il forno?'.

Scusate Tonne Moderne all'ascolto: non sono molto ferrata sull'argomento, ma cosa diavolo potrà mai combinare un pollo in un forno per ridurlo come se aveste infilato dentro al pennuto due miniciccioli? A meno che lo mettiate dentro ancora vivo, s'intende...non so, magari qualche ricetta fusion prevede l'utilizzo delle miccette per la cottura. 

Davvero interessante la descrizione del prodotto che ho trovato sul sito del Giornale della Perfetta Massaia:

Non è necessario controllare il pollo  durante la cottura, né girarlo e quindi non si può sbagliare neanche volendo!

Quindi oltre a non saper leggere i test di gravidanza adesso non sappiamo nemmeno asfissiare un pollo. NON-SI-PUO'-SBAGLIARE-NEANCHE-VOLENDO. Perchè non fare un bel manualetto "chicken for dummies"?

Lo spot vero e proprio invece mostra la solita brodaglia umana spacciata per famigliola felice (sotto chiaro effetto di sostanze psicotrope) con i due bimbi - rigorosamente un maschio e una femmina per par condicio e sempreinmezzoaimarroni - che aiutano l'impedita donna a infilare un pollo in un sacchetto.

Ho scovato una descrizione esilarante della reclame su un sito dedicato alla pubblicità:

Pronto in pochi gesti, il pollo sfornato grazie al Saccoccio ******* delizierà anche il papà, stupito per la sua morbidezza e succosità. Allegria, spensieratezza e gioiosità sono il mood del film.

Bestia, che divertimento passare le giornate a 'deliziare il papà' nell'allegria e nell'ilarità generale. 

Mmm. 

Sono di provenienza legale quelle spezie?

mercoledì 20 ottobre 2010

I MONOLOGHI DELLA VAGINA

Il numero di donne che ha problemi con la propria vagina è sconcertante.

* Basta farsi un giro per il web per scoprirlo.

sabato 16 ottobre 2010

BRET OUR NEW GOD


Ieri son stata in Feltrinelli a Milano per la presentazione del libro del mio NUOVO DIO Bret Easton Ellis.
Sappiate che io con la letteratura ho un rapporto molto esigente: spesso preferisco leggere saggi ai romanzi. Perchè se dai saggi impari sempre qualcosa, nei romanzi è più facile che trovi qualche aspetto che ti contraria.

Perchè il protagonista ha fatto questo? No cazzo, non puoi scadermi così.

Indipercui è molto difficile che io trovi un autore che mi soddisfi pienamente. Nel mio gotha personale di scrittori dei quali leggo TUTTI i libri che le loro menti contorte producono ce ne sono solo 3 (viventi). Perchè uno è Stieg Larsson, defunto autore della trilogia Millenium.

Sono, in rigoroso ordine temporale:

1. IRVINE WELSH
2. NICK HORNBY
3. BRET EASTON ELLIS

Il terzo, Ellis appunto, è entrato in classifica solo da qualche anno, ma ha rapidamente scalzato gli altri due. E ieri sera ho avuto modo di vederlo per la prima volta.

Ho scoperto che Ellis è la mia metà di cervello ideale. Lui riesce a mettere su carta e a dare una forma interessante alle parti più oscure dell'animo umano. Non c'è un solo momento in cui, leggendo un suo romanzo, io dica "ah cazzo, però questo ero buona anche io a scriverlo", oppure "l'avevo già previsto a pagine 114 come sarebbe andata a finire".

Questo strano animale (come lui stesso si è definito) si scopa il mio cervello fino a portarlo all'estasi (letteraria). in Italia siamo ben lontani dal produrre simili emozioni: qui va di monda il filone 'depressione/dramma familiare' che guarda caso trionfa in ogni premio letterario. Puah. Drogatevi.

In un'oretta di presentazione Ellis ha completamente smontato le domande da intellettual chic che il relatore dell'incontro gli poneva, tanto che alla terza domanda ha preferito dare spazio alle domande del pubblico. Per evitare nuove figure barbine. Io ero lì, nascosta nella massa e dietro una scassacoglioni che continuava a farmi 'sst', applaudendo ed esaltando ogni presa per il culo vomitata fuori da quella mente geniale (ovazione per quando ha sfottuto lo yuppie milanese che gli ha chiesto quale fosse il suo stilista preferito).

BASTA ai sofismi letterari cazzo. Ellis ha perfettamente ragione: se un libro è 'emozionale' perchè si deve cercare di estrapolare a tutti i costi un significato razionale dietro ogni riga?

Origliando i bisbigli degli altri sentivo spesso che le signorinefichetteammodo gli davano dello stronzo. Ellis non è stronzo. E' sincero e onesto, e dice quello che pensa indipendentemente da quello che gli altri pensano di lui. E' UN GRANDE PER QUESTO. E se per questo passi per stronzo, fuckemall.

Al termine sono corsa come una 15enne invasata a farmi autografare una copia di 'Meno di Zero'. E non son riuscita a spiaccicare mezza parola in croce, come una 15enne invasata. E sì che sarei stata curiosa di sapere il suo parere sulla mia personale interpretazione di 'American Psycho'.

ATTENZIONE SPOILER ATTENZIONE SPOILER ATTENZIONE SPOILER

Io penso che Patrick abbia realmente commesso tutto quello che viene raccontato nel libro, e che ha davvero ucciso Paul Allen. O meglio, quello che credeva fosse Paul Allen. In fine del libro infatti pare che Paul Allen sia ancora vivo. Può essere una conclusione degna di American Psycho liquidare tutto con un 'ah, ma allora Patrick si era immaginato tutto'?

No, non credo. Mi piace pensare che in quella marasma di yuppies, tutti vestiti uguali, tutti senza personalità, tutti troppo presi dalla lotta all'ultimo biglietto da visita, fosse facile confondersi. Spesso nel libro chi parla non sa esattamente come si chiama il suo interlocutore: si buttano lì nomi su nomi ma chissà se in realtà tutti corrispondono davvero alla persona di cui si sta parlando. Mi ha colpito molto questo aspetto. Ed è capitato anche a me nella vita reale una situazione simile quando ho a che fare con gente troppo 'uniforme alla massa'.

BASTA DESTRA, BASTA SINISTRA BASTA TUTTO

Ne ho un po' pieni i maroni di leggere perle del solito qualunquismo all'italiana che prende forma attraverso "il mostro Facebook". Da quando esiste il social network ognuno è costretto a fare i conti tutti i santi giorni con quello che pensano gli altri, che viene espresso sottoforma di status o di oggetto condiviso.

Siamo sinceri: quando scopri che una persona che conosci, e con cui ti trovi molto bene a parlare di musica o con la quale ti diverti un mondo in giro per serate, la pensa in maniera opposta alla tua un pochino ti vien sempre l'orticaria. Specialmente quanto tira fuori le solite frasacce che se le dicesse qualcun altro che non conosci bolleresti come totalmente IGNORANTI.

Eppure è gente a cui in qualche modo vuoi bene, possibile che non riescano ad andare al di là del loro naso e ripetano a pappagallo quello che 'qualcuno' dice loro come un eterno mantra?

Se togliamo le irritanti ingiurie razziste di stampo leghista contro extracomunitari, rom e quant'altro son stanca di beccarmi sempre della COMUNISTA o della SINISTROIDE quando esprimo le mie idee. Ormai in Italia se non la pensi come Berlusconi sei di sinistra.

Io NON SONO DI SINISTRA, NON SONO DI DESTRA, NON SONO DI NIENTE.

Penso per conto mio e nessun partito o corrente politica mi rappresenta. Io sono per la GIUSTIZIA, la LEGALITA', la SINCERITA', l'ONESTA' e il RISPETTO (delle regole e del prossimo).

Mi dispiace davvero tanto quando mi trovo a 'scambiare pareri' con chi pensa che - qualche esempio -:

- Santoro è fazioso
- Santoro è comunista
- la sinistra rompe le palle, perchè tiran sempre fuori gli operai, che depressione
- la sinistra invidia Berlusconi perchè è ricco/si è fatto da solo
- rom/extracomunitari di merda
- rom/extracomunitari ci rubano il lavoro/tornassero al loro paese
- islamici e 'quelli dei loro' cazzo vogliono la moschea, voglio vedere se vado io nel loro Paese e voglio costruire una chiesa
- ooooh, il crocefisso deve rimanere nelle scuole. Voglio vedere se vado io nel loro Paese ecc ecc
- ooooh, è giusto non far mangiare i bambini di chi non paga la mensa

Posso ribattere QUALUNQUE COSA nella discussione, ma niente. Cocciuti come noci di cocco. Vabbè, il mondo è bello perchè è vario (ma che fastidio!). Mi fanno diventare intollerante.

PORNO SOFT

Invasioni Barbariche. Daria Bignardi. Momento dibattito.
Matteo Bordone e Alessia Donati da una parte.
Barbara Bouchet, uno scrittore 'drogatitiprego' e Alessandra Faiella.

Argomento: ILPORNOONLINE (detto con tono ferale ovviamente).
Laggenteguardaipporni?Maènnormale?

Cazzo sì. Non c'era bisogno di una mezzora di stronzate sparate così a mezz'aria per dimostrarlo. Hanno intervistato due 'consumatori di porno online', un ragazzo e una ragazza, come fossero due animaletti rari e insoliti.

Della tipa han cercato di dare un'immagine già un po' porcella: hanno ripreso più volte tal Sophie-Blogger mentre leccava un chupa chupa, hanno inquadrato la sua collezione di libri sul sesso e la sua foto di Moana in bella mostra.
SANTODIO

L'altro era un nerd dei più classici, conduttore radiofonico di Radio Popolare. Entrambi raccontavano la loro 'esperienza' con il porno. Lui guardava un pornazzo old style e lei, ovviamente, un porno femminista (esistono davvero, li fa una regista molto interessante che si chiama Erika Lust).

In studio, dopo queste testimonianze 'scottanti', ci si è scontrati sulle seguenti tematiche:

- porno = strumentalizzazione della donna

Dunque. Parliamoci chiaro. Chi sceglie di fare la pornodiva o il pornoattore è libero. Generalmente questo mestiere viene scelto da persone molto esibizioniste perchè a me non salta in mente manco per l'anticamera del cervello. Detto questo io credo che il cinema porno sia semplicemente un maxigenere di filmografia con all'interno varie categorie (fetish, amatoriale, lesbo...eccecc).

Che fa l'attrice/tore porno sceglie di girare un film e recitare un atto sessuale. Più o meno realistico. Più o meno comico. Più o meno erotico. Punto. E' un guardone chi osserva? Dipende dai punti di vista.

Trovo molto più ipocrita la televisione generalista o la pubblicità, che non vengono definite dalle personcineammodo PORNO solo perchè non c'è penetrazione. Tanto per fare un esempio (a caso): Belen in piscina che si struscia non potrebbe benissimo far parte di un film a luci rosse? E la gatta nera del Mercante in Fiera che si accarezza stesa su un divano con addosso un abito di PELLE (cito la Faiella)?

- porno = solitudine

No, no, no. Basta con l'immagine classica di chi guarda i porno chiuso in una stanzetta, isolato dal mondo, senza amici e senza vita sociale. Oddio, magari qualcuno così esiste, ma sono certa non siano la maggioranza. Smentiamo che a guardare i porno siano solo i single, smentiamo che siano solo quelli che hanno una vita sessuale insoddisfacente...così come smentiamo che le donne usino i dildi come surrogato di un uomo vero perchè non sanno rapportarvicisivivisivisi.
I porno, come ha detto Bordone, si possono anche guardare in DUE. Se a entrambi piacciono.

- porno = deviano le menti e traviano i bambini

Vedi discorso della gatta di poco fa e aggiungiamoci le riprese ginecologiche di Belen mentre saliva le scale di una piscina a Sarabanda per fare un altro po' di colore. Sono d'accordo sul fatto che se chi li guarda è troppo giovane può non capire che si tratta di finzione, anche esagerata, e che nella realtà NON SUCCEDE COSI'.
No, uomini all'ascolto, non deprimetevi. Le donne non muoiono dalla voglia di saltarsi addosso in ogni angolo, mi dispiace sfatarvi questo mito. Però credo che si dovrebbe parlare di questo tema con i ragazzi. Sta agli adulti dare un'educazione giusta alla sessualità e all'affettività. Di certo non farei mai vedere film di Rocco a dei bambini. Così come non farei vedere loro gli spot di Belen.

La ciliegina di questa discussione trasudante ovvietà è stato uno degli ospiti: drogatitiprego, un altro scrittore (di cui non leggerò mai neanche un libro).

Drogatitiprego, dopo aver detto che chi guarda i porno lo fa perchè non sa come occupare il tempo, ha tirato fuori non so perchè:

- una studentessa morta di anoressia nel suo liceo (messaggio subliminale: forse è colpa di chi non le ha dato amore perchè cercava ragazze come le pornodive)
- qualcosa tipo dei bambini di un quartiere di Palermo che prima spacciavano e si prosituivano e in seguito pur di avere dell'affetto sincero da parte di qualcuno si mettevano a studiare.
Vi ricordo che si stava parlando di PORNO ONLINE.

Se non si è drogato prima di intervenire alla trasmissione dovrebbe cominciare a farlo. Se trovo il video in giro ve lo faccio vedere.

ps. ho letto sul Corriere l'inizio dello scandalosissimonuovolibrodiMelissaP sul manage a trois, CHELEIHAPROVATO (facciamo un bel coro di ooooooooooooooh).
Mi ha già annoiata alla terza riga.

pps. le femministe mi disconosceranno per tutto questo, ma non sopporto l'ipocrisia italiana su certi argomenti.

giovedì 14 ottobre 2010

IL RICATTO FARLOCCO DEI CENTRI SOCIALI

SE CI FERMERANNO SI PRENDERANNO LA RESPONSABILITA’ DI UNA NOTTE DI GUERRIGLIA.

Si sintetizza in questa riga la filosofia di pensiero che mi fa perdere ogni "solidarietà" con gli occupanti della Bottiglieria Occupata di via Savona a Milano. Questa frase è stata scritta sul loro blog, ma non è la prima volta che ne leggo una simile, sui vari comunicati di rivendicazione che vedo in seguito a 'tensioni e scontri', come li chiamano i giornali.

Fino a oggi pomeriggio ho sempre pensato 'guarda qui De Corato come fa la voce grossa con quattro ragazzi quando alcuni quartieri vivono ancora come uno Stato a parte'.

Discorso 'okkupazione' a parte (troppo complesso, non ho vissuto negli anni '70), perchè tu 'autonomo' o come ti fai chiamare, rimpalli la responsabilità delle azioni di guerriglia su chi ha provato a fermarti? Che discorso del cazzo è?


Troppo comodo. Ti credi un rivoluzionario. Ma se non ti prendi le responsabilità delle tue azioni sei solo un codardo. Ti piace tirare via la mano e nascondere la faccia dopo aver tirato il sasso.

Non c'è nulla di 'compagni', non c'è nulla di 'comunismo'. Proletari, espropri, son tutti paroloni di cui vi appropriate a vanvera. Vedo troppo fancazzismo e voglia di far casino: basta trovare una scusa per farlo in gruppo, nascondendosi dietro una sigla o un nome. Le cause vengono mistificate, unendo azioni di mero vandalismo gratuito alla questione stranieri, diritto alla casa o lavoro per tutti. Godete delle auto rovesciate, come se i proprietari di quelle auto, magari studenti o precari a poche decine di euro al mese, fossero i responsabili di quello che di volta in volta scatena le vostre azioni.

MA NON SIETE SCESI IN PIAZZA CONTRO L'INPS DOPO TUTTO IL CASINO DELLE PENSIONI INESISTENTI che è uscito in questi giorni. Perchè non ve ne frega un cazzo. Giocate solo a fare i Che Guevara della Pianura Padana.

Credete di cambiare il mondo ma non avete capito che non distruggerete mai così il 'sistema', passando sempre dalla parte del torto, dei 'vandali' della situazione. Forse però a voi sta bene così.

Chissà se dopo la distruzione sarete davvero in grado di COSTRUIRE un mondo migliore. Io ne dubito. Ne conoscevo tanti come voi, e sono finiti a fare i dirigenti nella ditta di papà.

MULTISALA HOT


Pubblicità di una multisala. No, non un cinema porno. Una multisala.

lunedì 11 ottobre 2010

E A NOI CHE CE FREGA...IL CORSO DI TEATRO


Ho iniziato un corso di recitazione. Stasera si è tenuta la prima lezione. C'era una ragazza stasera che mi ha colpita in particolare.

Giovanissima, sui 18anni, indossava una maglietta dei Rancid.

Dieci anni fa in questo periodo facevo anche io un corso di teatro. E indossavo una felpa dei Green Day. Lacrimuccia.


*E a noi che ce frega: piccolezze di cui il mondo potrebbe fare a meno ma che io ci tengo a condividere.

domenica 10 ottobre 2010

LA REGINA DEI FORNELLI D'ACCIAIO

Se gli svedesi sono avanti, come dicevo nel post precedente, noi italiani siamo indietro anni luce.

In questo periodo mi sono concentrata ad analizzare le pubblicità e mi sono resa conto che oltre all'annoso problema della donna rappresentata come una deficiente (che necessita di un'enciclopedia per decifrare il complicatissimo test di gravidanza) e della donna usata senza vestiti anche per vendere uno yogurt, c'è quello della donna 'eterna casalinga'.

Fateci caso, provate a guardare con attenzione le pubblicità che quella scatolaccia mefitica ci propina.

NELLE PUBBLICITA' CHE HO ANALIZZATO FINORA.

La donna stira. L'uomo MAI.

La donna passa l'aspirapolvere. L'uomo MAI.

La donna sa sempre quale sia il miglior deodorante/detersivo. L'uomo si agita come un ossesso per far fare uno spruzzo al dispenser del suddetto deodorante.

La donna apparecchia la tavola, mentre l'uomo sta tornando a casa dopo il lavoro e i bambini gli corrono incontro.

La donna finisce di cucinare, mentre l'uomo sta tornando a casa dopo il lavoro e i bambini gli corrono incontro.

La donna deve sempre fare bella figura a tavola con gli amici, per cui deve comprare prodotto XYZ.

La donna, con intenti da 'buona madre responsabile', abboffa i bambini di merendine sogghignando sadica.

Le bambine lavano i piatti. Meglio addestrarle da piccole.

LA REGINA DEI CASTELLI DI CARTA

Ho finito di leggere il terzo libro della saga di Millenium di Stieg Larsson. Naturalmente ho visto tutti e tre i film.

Analisi cinematografiche a parte (la resa sullo schermo del libro è stata molto al di sopra delle mie aspettative) mi ha lasciata piacevolmente colpita la terza pellicola, "La regina dei castelli di carta".

Se già nei tre film, svedesi, si poteva notare un universo di riferimento completamente diverso non solo dal nostro, ma anche da quello hollywoodiano, "La regina dei castelli di carta" è una vera sorpresa per quanto riguarda la costruzione dei ruoli femminili.

L'intero film oltre a rappresentare il riscatto di Lisbeth Salander, mostra anche il riscatto della donna come genere.

Nell'intera trilogia Larsson racconta di violenze costanti operate da uomini nei confronti delle donne. E nell'ultimo capitolo è il sesso 'debole' il vero protagonista.

Sono tantissime le poliziotte ad esempio, che rivestono anche ruoli cruciali (Monica Figuerola, Sonja Modig). Sono in prevalenza donne i giudici che liberano Lisbeth da un passato fatto di abusi e sopraffazioni. L'avvocato Annika Giannini poi (donna, incinta per lo più nella pellicola) demolisce - lo si definisce meglio nel libro - quel porco di Peter Teleborian, un personaggio che grazie alla sua immagine immacolata si sentiva onnipotente.

Trovo grandioso che vengano mostrate donne così in gamba che risultano superiori professionalmente agli uomini, donne con famiglia e figli, che non hanno dovuto rinunciare alla carriera per la maternità e che non sono state ridimensionate in favore di un maschio perchè "non lavorano 24h/7".

Nel libro si parla spesso di weekend, di tempo libero con la famiglia, di lavori che vengono rimandati al lunedì successivo. Insomma, come dicevo già qualche giorno fa si vede proprio che gli svedesi e i nordici in genere sono molto più avanti.

venerdì 8 ottobre 2010

FACEBOOK E' STATO SCARCERATO

L'epilogo della storia di Sarah Scazzi fa doppiamente male all'opinione pubblica. Primo perchè lo zio Michele era il solito porco insospettabile, una persona apparentemente 'normale'. Secondo, perchè nemmeno stavolta è stata 'colpa di Facebook'.

Non riesce infatti a passare l'idea, nonostante i tanti fatti di cronaca, che NON ESISTE la 'faccia da criminale'. Non possiamo mai sapere quanto ci si può fidare di chi abbiamo di fronte, anche se piange e strepita di disperazione per una nipote scomparsa.

Scusa zio Michele: qualche parte della frase MI FAI SCHIFO NON TI VOGLIO non hai capito lo scorso 26 agosto? Probabilmente è questo che ti ha detto Sarah, dopo che l'hai importunata per settimane.

Mi ripugna l'idea che qualcuno, apparentemente premuroso e preoccupato, per un mese si sia tenuto dentro un segreto del genere. E inorridisco di fronte all'ennesimo femminicidio commesso per un NO.

NO MEANS NO. Perchè diavolo deve essere un concetto tanto complicato da capire.

Federica, Desiree, Lorena e le altre, punite per essersi ribellate alla brutalità e alla violenza. Non ci può essere pietà per questo genere di assassini. In questo momento penso anche alla moglie e alle figlia del 'mostro', ingannate (si spera) nella messinscena.

Non sappiamo se il caro zio avesse destinato le sue attenzioni morbose anche a qualcun'altra in passato (per il paese era 'un poco rattuso'), o come tra le mura di casa si comportasse.

C'è solo una spiegazione plausibile a tutto questo schifo: credo che questi episodi siano sempre il culmine di un'escalation di molestie e violenze (anche psicologiche), l'approdo naturale di una serie di comportamenti che purtroppo spesso vengono tollerati. Nascosti dietro all'immagine che piace alla gente, quella del 'grande lavoratore'. L'arretratezza del nostro Paese si capisce anche da questo.

WILL...WOOSH



Sto ragazzo è un genio.

mercoledì 6 ottobre 2010

SENZA DONNE

Ho visto un paio di settimane fa la puntata di Presadiretta dedicata alla situazione delle donne in Italia.

Se le donne in pubblicità sono da combattere a suon di analgesico quando hanno le mestruazioni, come se si tramutassero tutte in temibili Meduse, oppure sono così rincoglionite da non saper leggere un test di gravidanza, è ben eloquente l'alta considerazione che l'uomo ha di noi in questo disgraziato Paese.

Non partiamo da una posizione favorevole. Anche perchè le donne fanno qualcosa di destabilizzante rispetto all'uomo: le donne POSSONO AVERE BAMBINI.

E questo, quando si lavora, diventa un PROBLEMA. Puntano periodicamente il lungo dito accusatore su noi precarie a cocococo che 'non abbiamo figli' perchè 'non vogliamo assumerci responsabilità', se non sulle donne over 30 che posticipano la maternità e quelle che se fanno un figlio dopo i 40 sono trattate come delle madri degeneri.

Ma se OSIAMO disturbare la produttività del maschio italico con assurde richieste di part time o di compatibilità degli orari con quelli della prole (anche dopo anni di massima disponibilità e reperibilità) la risposta è un bel calcione e avanti un'altra. Magari ti accompagnano anche alle dimissioni con mobbing selvaggio e offerte di denaro pur di levarti dalle palle, te e il moccioso. Come accaduto a Stefania Boleso, ex marketing manager di Red Bull.

Se in Italia tutti conoscono Red Bull oggi è grazie a lei e al suo team composto da centinaia di persone, fra dipendenti e collaboratori. Anche se l'azienda rigetta ogni accusa, Stefania ha spiegato molto chiaramente all'inizio della puntata cosa le è successo.
E quello che è capitato a lei e ad altre centinaia di donne, che lavorativamente hanno solo commesso l'errore di avere un figlio, è solo la punta dell'iceberg.

A Milano (città dai ritmi folli per eccellenza), e in Italia, se sei maschio hai molte più possibilità.
Se resti in ufficio fino a tarda ora, se non chiedi mai niente, se annulli la tua vita sociale in favore dell'azienda allora sì che sei considerato e fai carriera.

Se sei donna no. Anche se fai le stesse cose di cui sopra e hai sempre mostrato massima reperibilità e disponibilità, quando fai un figlio è come se ti amputassero il cervello.

Spesso per un'azienda diventi una bomba a orologeria che 'oddio' potrebbe stare a casa se il figlio si ammala e 'oddio' non può più restare in ufficio fino alle dieci di sera perchè deve fare la poppata. 'Oddio' adesso lei ha una VITA fuori dall'ufficio. Non sembra ma per molti workaholic questa è un'eventualità terribile.

Non aiuta un altro fattore: in Italia si pensa che la donna sia 'costretta' dalle circostanze a lavorare, soprattutto economiche. Quindi può starsene benissimo a casa quando figlia, no? Una volta il mio medico curante mi disse che la colpa della crisi dei giovani era delle madri che lavoravano, e che non erano più a casa. Perchè le donne 'dovrebbero lavorare meno'. Cito testuale.

Non si prende MAI in considerazione che una donna ha il sacrosanto diritto di fare un lavoro che ama, senza doverci rinunciare perchè ha anche deciso di diventare madre. Il diritto all'autorealizzazione, magari dopo anni e anni investiti in studio e sacrificio, se sei donna in Italia non contano nulla.

All'estero invece la situazione è ben diversa. La Norvegia mostrata da Riccardo Iacona sembra la terra delle meraviglie, dove addirittura il segretario del primo ministro prende il congedo paternale quando la moglie lavora per allevare la sua bambina.

Qualcosa di lontanamente inconcepibile per la società italiana, basata sull'apparenza, sul lecchinaggio e sull'appecoramento. Avere orgogliosamente TEMPO LIBERO e sfruttarlo anche per, è un sacrosanto diritto, un appagamento personale (un hobby, una passeggiata), è qualcosa che a certi livelli lavorativi in Italia non viene nemmeno preso in considerazione: il TEMPO LIBERO è una perdita di tempo, mentre all'estero se la godono. E vivono molto più sereni. 

Però, nonostante tutto io non voglio andarmene altrove - in via definitiva-per cercare fortuna (non escludo periodi lavorativi all'estero in futuro).

Io voglio farcela qui
.

La pensano come me anche alcune donne molto in gamba (tra cui la stessa Stefania), che hanno dato vita a un blog che servirà a raccogliere idee, opinioni e a far nascere un bel buzz intorno a questo tema. Che spero un giorno non si debba trattare più, quando FINALMENTE le donne avranno davvero PARI DIRITTI e OPPORTUNITA'.

SVOLANTINATORE DI PRESTITI

Ti prego, caro svolantinatore di prestiti.
Sto tornando a casa. Sono stanca. Ho avuto una giornata pesante. Arrivo alla macchina parcheggiata vicino alla stazione e trovo l'ennesimo volantino sotto il tergicristalli.

Ti prego, caro svolantinatore di prestiti. Non farmiti odiare perchè hai riempito ogni singolo orifizio della mia utilitaria con quella cartaccia che quando piove si appiccica indelebilmente alla carrozzeria. Per favore, la prossima volta infilane dieci sul parabrezza di quell'infame col suv che mi ha parcheggiato nel bagagliaio.

E giusto per inciso. NONMISERVENESSUNOSTRACAZZODIPRESTITO.

lunedì 4 ottobre 2010

NON SIAMO IMBECILLI # 1

Certi creativi meriterebbero l'ergastolo.

Donna (e quando mai), che ci mette due ore a parcheggiare (solito luogo comune) e che è preoccupata per le macchie di sudore sotto le ascelle.

domenica 3 ottobre 2010

FACEBOOK ADDICTION

Dedicato a chi prende Facebook (ma anche la vita online) troppo seriamente.

venerdì 1 ottobre 2010

TETTE E CHITARRE



"Milano Guitar Show - SHG è il più importante appuntamento italiano e uno dei più importanti in Europa per gli appassionati di chitarra"

Appunto. La modella in reggipetto cosa c'entra?