venerdì 17 settembre 2010

Punk:Attitude


Punk:Attitude, documentario grandioso del folle e geniale Don Letts - proiettato stasera al Milano Film Festival -, è un'orgasmo multiplo che dura un'ora e mezza.

Solo per me evidentemente, dato che tutto il resto del pubblico sembrava dormire. Si è ridestato pochissime volte, e solo in occasione di sparuti gruppi che evidentemente 'fanno figo' (i Clash) tra quel ciarpame intellectual chic che infesta questa città.

Un cenno di vita cazzo. Almeno coi Ramones...li conoscete i RAMONES? O ascoltate solo i 'Ci Piace Scrogiolarci i Maroni con La Tristezza del Mondo'?

Il film esplorava tutta la storia del punk, dai precursori ai punk-rockers moderni, regalando vere perle che non potevano farti restare incollato alla scomodissima seggioletta di plastica. Senza contare che prima della proiezione ci siamo gustati un lisergico siparietto del regista. Punk, a suo modo.

I titoli di coda purtroppo sono stati un brusco risveglio da un godereccio incanto dominato da sangue, sudore e musica adrenalinica. Ti guardi intorno e con sommo rammarico, nonostante la meravigliosa vista sul Castello e sul Parco Sempione, non sei nè a New York, nè a Londra.

"Muovete il culo" era il messaggio che nelle intenzioni Punk:Attitude cercava di trasmettere. Non è un revival o un ricordo nostalgico dei tempi che furono, è un invito a imbracciare le armi. Basso, chitarra e batteria sono più che sufficienti a ricreare un nuovo fervore artistico, in una società così anestetizzata e apatica.

La situazione attuale socio economica volendo è favorevole per foraggiare nuovi scontri di idee. Basterebbe avere il coraggio di tornare a urlare: "No, fanculo. A me questa cosa non mi sta bene".

Infatti l'unica grossa differenza tra oggi e allora è che adesso non gliene frega niente a nessuno di tutto questo.

A Milano più che mai.

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