mercoledì 1 settembre 2010

IL NODO (SCORSOIO) MONDADORI

ANTEFATTO
L'11 agosto scorso, guarda caso quando mezza Italia era ancora in vacanza, Mondadori ha chiuso un contenzioso con il fisco italiano che chiedeva 173 milioni di euro per un mancato pagamento di tasse, pagandone 8,6.

FATTO

Il teologo Vito Mancuso ha pubblicato una settimana dopo una lettera aperta su Repubblica che si è portata dietro uno strascico di polemiche. Insomma: è giusto, per gli scrittori che escono (e sono usciti) con Mondadori continuare a pubblicare con la casa editrice o, come suggeriscono in molti, bisognerebbe mollare?
Tra l'altro è quello che chiedono molti lettori di Roberto Saviano.

La faccenda si potrebbe estendere a una qualunque delle aziende del nostro premier che purtroppo, con questo suo potere assoluto in campo mediatico, crea crisi di coscienza non indifferenti in chi cerca di vivere scrivendo (per racchiudere in una sola categoria giornalisti, scrittori, autori di programmi eccetera).

Sinceramente non colgo l'utilità del boicottaggio come lettrice. Da amante della cultura, mi piange il cuore non poter comprare libri (e giornali. Sono abbonata a Focus Storia, gruppo Mondadori) per le infamità dello Stato in cui vivo - e del suo Parlamento. Poi, diciamola tutta: sperare che un'azienda così grande fallisca perchè lo Stato le fa i favori...chissà quante altre aziende useranno il 'metodo Mondadori' per risolvere i loro conti arretrati. Il problema E' A MONTE.

Come scrittrice beh...se io proponessi un libro, che mi venisse pubblicato nella sua interezza, senza pressioni da parte dell'editore per modifiche 'scomode', e la Mondadori mi mettesse davanti un contratto...Non so. Ma prima di dire no, onestamente, ci penserei molte e molte volte. Poi ovvio, ogni scrittore è libero di agire secondo coscienza. In linea puramente teorica lo ammetto: sì, accettare di 'far fare soldi' alla famiglia Berlusconi è molto, oltre che fastidioso, discutibile.

Ma la cultura ha colore politico?

Mi ha illuminata oggi l'intervista a Mauro Corona pubblicata su ilFattoQuotidiano:

"I professionisti della coscienza dovrebbero prendersela con la loro sinistra, quella che dal 1994 si rifiuta di fare una legge sul conflitto di interessi anziché venire a rompere le scatole a me"

Alla fine si ritorna sempre al solito punto: ormai essere antiberlusconiani per molti è uno status symbol, se non un vero e proprio mestiere. E LO DICE UNA CHE NON SOPPORTA BERLUSCONI SIA CHIARO. Così come LUI divide la gente in "chi sta con lui" e "i comunisti" (ovvero chi sta contro di lui), così il gotha radical chic antiberlusconiano, un'altrettanto dannosa elite di opinion leader, dividono il mondo in "berlusconi" e "noi".

Smettiamola con le ipocrisie: essere dichiaratamente "di sinistra", soprattutto in certi ambienti, porta utili e comodità tanto quanto essere "di destra". Solo in Italia possiamo far sopravvivere un paradosso del genere.

ps. e poi mi han detto che in Mondadori e Mediaset ci son più elettori di sinistra di quanto si possa immaginare eheheh

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