mercoledì 8 settembre 2010

LISBETH IS MY HOMEGIRL


Ti amo Lisbeth Salander. Anche se non esisti.
O meglio, esistevi già nella mia testa prima che Stig ti desse corpo, tatuaggi e anima.

Spesso mi sono chiesta, soprattutto negli ultimi anni e da quando ho iniziato a lavorare, che persona dovessi essere.

Cerchiamo di non essere ipocriti: l'immagine fa TUTTO, specialmente in una città frivola e superficiale come Milano. Una città che, a certi livelli, campa su pompini reciproci. Gente che si alliscia in continuazione, perchè "non si sa mai", e spera di leccare il culo (o darla) alla persona giusta.

Banalmente: dopo anni di lotte e di autonomia di pensiero, in un momento di massima rassegnazione, ho provato a sembrare una persona 'normale', come gli altri volevano che io fossi (anche lavorativamente parlando). Pensavo che avrei ottenuto maggior successo.

Niente da fare: quando l'anima di Lisbeth è dentro di te in qualche modo fa di tutto per uscire. La senti nella pancia come un alien. Se non sei fatto COME VOGLIONO LORO, non puoi diventarlo. Se ci provi stai male.

A questo punto meglio farla uscire. Lisbeth è la verità, Lisbeth è la piena consapevolezza di sè.

E vaffanculo alle convenzioni sociali.

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